COMPRESENZA SEGNO - COLORE - LUCE

GIANNI PARIS - GUALTIERO MASCANZONI - LOREDANA MÜLLER

curata da Loredana Müller suoni in sala: György Ligeti "Lux aeterna"

letture di poesie: Gilberto Isella e Antonio Rossi -

testo in sala Vincenzo Guarracino interverrà per concludere Liga Lidskalnina ci proporrà un piccolo viaggio sonoro vocale tratto dalle composizioni scritte da Ligeti percorrendo testi e suoni popolari oltre un assaggio sempre vocale ma da unica soprano per percepire alcuni passaggi di Luxus Aeterna: voce per Ligeti

 

Compresenza, associata alle parole segno, colore, luce, vuole indicare il silenzio di un passaggio, il superamento di una soglia.

Tele ad olio di buona dimensione di Gianni Paris,

sculture in alabastro e alcune pagine incise di Gualtiero Mascanzoni,

inchiostri, tele e libri d'artista di Loredana Müller.

È forse la voce di quel passaggio interiore colmo di paesaggi emotivi, paure, attese e sospensioni che anima questa esposizione d’autunno.

Ringrazio i figli Rachele e Giacomo Paris, mi hanno resopossibile un’intesa per mantenere una promessa ...

 

Gianni Paris, (1948-2018) il pittore del silenzio; le sue opere, “senza titolo”, sono state esposte spesso in areapangeart. Inizialmente, quando era ancora in vita, con raro confronto, seppure era già malato. Successivamente grazie a Veronica Paris e quante pagine generate insieme. Quest'oggi per rispettare appunto un’amicale promessa. Fatta ad entrambi.

Tele ad olio di gran formato, pagine d'inchiostro, e grafiti minuziose.

Una scelta particolare in questa occasione; non omaggio o personale, come promesso doveva essere un dialogo, dove tra le opere esposte, vorremmo dare memoria e ricordare chi comunque ci accompagna a volte non solo in vita. Assieme a Veronica Paris, a Daniella la compagna di Gualtiero Mascanzoni. Quali presenze e compresenze oltre la vita. Memoria cellulare, tempo affine riconoscenza Aeterna... M’insegnavate come l’uom s’eterna (Dante).eternare Omero ha eternato nel suo poema le gesta di Achille

 

Gualtiero Mascanzoni, classe 1941, è scultore in pietra, marmo, alabastro e legno. Presenta in esposizione cinque sculture quasi bianche in alabastro, di buona dimensione, e alcune pagine calcografiche, incise, dove il segno d'inchiostro si confronta con il biancore del foglio. "Ispirazioni" titolano le incisioni e "Figure" le sculture in alabastro, oltre a "Metamorfosi" e "Petit Cyclope" sempre in alabastro.

Un artista già presentato in areapangeart: è stato docente di rara lealtà per il Ticino, con studi a Losanna e Parigi viaggi in India e oriente.

 

Loredana Müller classe 1964, sarò a mia volta in sala espositiva; per l'amicizia con la famiglia Paris, la stima significativa con Gianni. Lavori su tela, inchiostri e libri d'artista, quest'ultimi unitamente ai poeti Antonio Rossi, Rita Iacomino, Prisca Agustoni, Dubrasko Pusek, Ada Donati, Elisabetta Motta. "Terra madre", "Ritmie naturali", "Compresenza" i titoli delle tele; o ancora " Dentro al giardino" di Iacomino o " Propaggini e filamenti" di Rossi si intitolano alcuni libri d'artista.

E questo afflato nell' allestire che caratterizza questo spazio d'arte contemporanea.

Spazio sempre in ricerca, che si nutre di radici d'ogni natura, attente alla storia dell'arte e alla memoria necessaria compresenza sempre.

Spazio in cui si intrecciano la dimensione critica e quella lirica a quella poetica che non è possibile sottrarre.

Ogni esposizione viene proposta come un rituale d'intensità, uno spazio per vivere e per restare assorti in un luogo-mondo che, pensiamo, potrebbe così essere migliore.

Un luogo dove la filosofia, la mistica, la musica nutrono il pensiero. Ritenendolo fatto primario nella accezione di libertà arte-e dimensione in ecosofia che perseguiamo.

Anche per questo ora lascio la parola a Gilberto Isella che leggerà tre poesie dedicate a Gianni Paris, TRIREME e a seguire Antonio Rossi con sue tre poesie LUOGHI PER PARIS Troverete un testo in sala di Vincenzo Guarracino, e non per ultimo una piccolo testo in considerazione ai suoni in sala; scelta generata per sottolineare la sacralità della vita e della voce individuata, come fosse anima e terra d'ogni luogo...

interverrà Liga Lidskalnina soprano: voce per LIGETI

 

 

Che ringrazio assieme a tutte le persone citate e coinvolte; Grazie. LM.

Nuovi appunti per Paris

(Gilberto Isella)

 

 

 

 

 

Gianni Paris trattiene forme e colori entro uno scenario sospeso, in una sorta di interregno contraddistinto da soluzioni pittoriche o grafiche all’insegna dell’indizio, del puro accenno. Figure virtuali spesso intrise di foschia, che in alcune tele si stemperano in vapori materici, secondo procedure care all’arte barocca. Fluttuazioni dell’esistente all’insegna delle mezzetinte o, nell’opera grafica, affidate al bianconero. Si può pensare a ‘resti onirici’ provenienti dall’inconscio, ma anche a ventate cosmiche che si manifestano per poi occultarsi .

In Paris il tempo agisce come fattore di distanziamento, smorzando la brillantezza cromatica. Ciò dà l’impressione che il reale riaffiori davanti a noi in dimensioni fantasmatiche, suscitando immagini d’antan: sagome naturali (spesso orografiche) color verde seppia, ocra o marroncino sbiadito, corpi circonfusi d’ombre, nell’ordine del penitenziale o degli enti che implodono. Cromatismi erosi, ispirati forse da un sentimento di remissione o abbandono, ma al riparo dalla nostalgia. Talvolta, nei cieli di Gianni Paris intuiamo figurazioni alla Salvator Rosa, o perfino alla Turner, un Turner comunque privo di sacri furori e visioni. Si tratta di sogni? Un personaggio del film Fino alla fine del mondo di Wim Wenders dice: “Volevo vedere un sogno”. Anche per Paris il sogno rimane un sogno che si desidera sognare, mirando a mondi perduti. Un sogno dove talvolta si ascolta, enigmaticamente, l’appello alle forme prime. Ciò in particolare nei disegni in grafite, quando il nero o l’ombra è interrotto dagli spazi bianchi di un ovale. L’uovo e le sue varianti, l’affacciarsi discreto del mito delle origini, ma teso a una rifondazione forse impossibile.

Il mio trittico Trireme è in sintonia con queste osservazioni.

 

 

 

1

 

come sorpreso al risveglio da una nube sottile

a forma di lama o lampada piatta

dal costante viola pallido

occupata a dar luce al silenzio

 

come udisse il lungo filo d’acciaio

dentro la costellazione delle sciabole

e con quell’unico segno

vogando

l'inconciliabile sfidasse

 

 

 

 

2

 

come per impulso di froge

lo sconosciuto pègaso

cedesse ali striate e manto

a quell'alba ramaglia

scesa nel mondo

a spronare

la lenta sagra delle biade

 

e così

da zolle di zolfo

polverose formiche

volando nel silenzio

a mense stellari pervenissero

 

 

3

 

come ad armatura pastorale

si affiancano animali di metallo

e si scompensa

il verde seppia sul pianoro

 

come il bronzeo saltimbanco

incrocia la sua ombra nel coltivo,

sghemba effigie cavallina

che le zecche

disinvolte strapazzano

prima di fonderla

 

col sale del crepuscolo

 

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György Ligeti (1923-2006) compositore ungherese/ rumeno

che fu riconosciuto grazie anche alla musica del film 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick.

 

LUXUS AETERNA

 

La sua musica si fa dimensione in apertura e non completa astrazione; eco dell' antico brano della tradizionale Messa da Requiem; diviene una sorta di incontro che innesta, mette radici in un altrove, forse straniante, adatto a raccontare l’incontro con la necessità di superare l'ombra, tra tecnologia e psicologia, quella voce ancora umana.

 

Suoni non soffocanti per questa nebulosa di voci, che abbiamo scelto come suoni in sala in areapangeart. Potrebbe sembrare rarefatta astrazione, mancanza di aria, eppure come gli elementi necessitano l'ossigeno, proviene anche dalla terra, dalle piante, dal moto d'ogni verde in natura. Potrebbe sembrare un assoluta sottrazione del tutto, mentre amplifica una sorte di respiro collettivo, ampio e sempre in forma aperta, le 16 voci che si sovrappongono e si inseriscono l’una nell’altra creando particolari echi, armonici colmi di note armoniche e dissonanti. Non melodie, ma tracce, textures di suoni, riflesso consapevole, portano luce dall'oscuro di un’orrore che l'uomo non apprende e non combatte pur essendone cosciente.

 

Ligeti dice:

" Sono nato nel 1923 in Transilvania come cittadino rumeno. Da bambino, però, non parlavo rumeno, né i miei genitori erano transilvani... La mia lingua madre è l'ungherese, ma non sono un vero ungherese, perché sono ebreo. Tuttavia non sono membro di una congregazione ebraica, quindi sono un ebreo assimilato. Tuttavia, non sono completamente assimilato, perché non sono battezzato. Oggi, da adulto, vivo in Austria e in Germania e sono cittadino austriaco da molto tempo. Ma non sono nemmeno un vero austriaco, solo un immigrato, e il mio tedesco avrà sempre un accento ungherese."

 

Ligeti ha ammesso di essere stato affascinato per tutta la vita dal testo della messa da requiem, in particolare dalla sequenza Dies Irae, che secondo lui sarebbe stata la ragione principale per cui avrebbe messo in musica l'intera messa. Il Requiem di Ligeti è allo stesso tempo toccante e ossessionante, e richiede all'ascoltatore di accedere e apprezzare un mondo sonoro completamente nuovo. Ligeti si allontana da qualsiasi forma di tonalità. In effetti, ammette di aver "sovrascritto" la partitura, richiedendo ritmi complessi e gruppi di dissonanze cromatiche che sono quasi impossibili da cantare con precisione. Ligeti stava creando ciò che descriveva come una "sorta di microtonalità". La sua intenzione era quella di creare effetti musicali che non potevano essere ottenuti attraverso la scala temperata e che non si basavano sulla precisione o sul ritmo e sull'altezza; Ligeti stava componendo "musica stonata". Si sente a malapena un centro di pulsazione della tonalità, che illustra in modo udibile la confusione e la disperazione. Rinunciando ai confini tonali e metrici, Ligeti si concentrò invece sul rendere la musica cruda e onesta nella sua rappresentazione, trasmettendo brutalmente e candidamente l'orrore e il dolore dello sfollamento, della morte e della disumanità.

 

Dopo le prime giovanili esperienze compositive sulla scia di B. Bartók, la sua poetica è caratterizzata da un linguaggio che, partendo da ricerche sul timbro e con la tendenza a impressionistiche ipnosi, si muove prevalentemente per fasce sonore, in sostanza sembra riflettere, nei suoi minuziosi studi sulle densità sonore degli strumenti tradizionali, le esperienze della musica con finalità chiaramente espressive che puntano all'emozione di una materia musicale reinventata e carica di misteri. Egli attribuisce alla pratica compositiva il compito d'isolare i fenomeni sonori in una sorta di "silenzio astrale", nel quale si rispecchia la "fuga verso le stelle", essendo la musica degli uomini un momento della "musica delle sfere".

 

Ligeti dice:

" Non c'è dubbio che... tutto ciò che accade intorno a un artista, le circostanze sociali ed economiche, le guerre, gli sviluppi tecnici, l'ambiente culturale e il suo stesso atteggiamento generale verso la vita lasciano il segno... Una dimensione della mia musica porta l'impronta di un lungo periodo trascorso all'ombra della morte."

 

 

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Liga Liedskalnina è nata a Riga (Lettonia), . All'età di 5 anni ha iniziato a studiare presso la prestigiosa scuola corale "Riga Dom Choir School". Da quel momento in poi la sua carriera è rimasta sempre strettamente legata al canto e ai cori. Infatti nel 2012 ha completato il Liceo Musicale come direttrice di coro (con lode ) e nel 2016 si è laureata in direzione di coro presso l'Accademia di Musica della Lettonia "Jazeps Vitols".Nel 2018 ha iniziato i suoi studi presso il Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano, dove ha conseguito il Master of Arts in Music Performance in canto nel 2020 e il Master of Arts in Music Pedagogy in canto nel 2022, entrambi con il massimo dei voti, sempre sotto la guida di Luisa Castellani. Attualmente sta perfezionando il suo repertorio contemporaneo (Studio Post-diploma) presso la stessa università.

 

 

 

In Lettonia ha lavorato per dieci anni come direttrice di coro, dirigendo diversi tipi di coro (femminili, voci bianche e misti) e partecipando a vari concerti, festival e concorsi a livello internazionale. Come direttrice ha collaborato con i seguenti cori: "Ogre Teachers' Chamber Choir", "Vinda", "Pernigele", "Ausma", il coro "Saule" a Milano e molti altri.

 

 

 

Come cantante ha collaborato con il coro professionale "State Choir Latvia", con cui ha eseguito concerti al Luzern Festival, al Théâtre des Champs-Élysées a Parigi e a San Pietroburgo. Di recente, ha iniziato a collaborare con il prestigioso “Coro della Radiotelevisione Svizzera Italiana” in vari progetti, tra cui l'opera di G. Donizetti "Anna Bolena" e G. Ligeti "Lux Aeterna".

 

 

 

Come solista ha collaborato con direttori e musicisti come Francesco Angelico, Luca Pianca, Arturo Tamayo, Francesco Bossaglia, Roberto Arosio, Stefano Molardi, Brunella Clerici, Stefano Malferrari, Michele Vannelli e molti altri. Ha interpretato ruoli principali in diverse opere e musical, tra cui "Cabaret" a Ginevra, "The Turn of the Screw" a Reggio Emilia, "Il piccolo spazzacamino" al Teatro LAC a Lugano, "Mavra" all'Auditorio Stelio Molo RSI di Lugano e "San Giovanni Battista" nel festival "CaronAntica".

 

 

 

Nell'estate del 2023 ha tenuto un Masterclass di canto presso i San Marino International Summer Courses, ha collaborato come vocal coach con l'”Accademia Dimitri” a Locarno, è stata vocal coach presso il teatro "Daile" a Riga, Lettonia, è stata consulente musicale per il "Teatro Valmiera Festival" in Lettonia e ha insegnato canto presso la Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana e la "Riga Dom Choir School". Ora diriege il coro CANTEMUS di Lugano.

 

 

 

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